On the Road

IL MIO VIAGGIO AD AGADIR

Quando sento frasi del tipo “viaggiare è dispendioso” o “ci vorrei tanto andare ma costa troppo”, mi tornano sempre in mente gli 8€ spesi per acquistare i biglietti Ryanair per Agadir.
OTTO EURO, quasi che il biglietto della navetta che collega Napoli città con l’aeroporto costa di più.
Bisogna saper cercare, questo sì, e sapersi adattare, questo soprattutto.

RACCOMANDAZIONI PRE PARTENZA

Prima ancora di partire, le classiche raccomandazioni sono state comprensive di un invito, chiaro e tondo, alla contrattazione: non importa cosa e perché, purché si contratti.

Così appena poggiato il piede in suolo africano, dopo aver tranquillamente accettato un biscottino da uno sconosciuto, perché alla fine uno dà retta solo ciò che gli conviene, ho iniziato con la prima contrattazione della giornata: il prezzo del taxi.

Agadir dista circa 25km dall’aeroporto e fuori, ad attendervi troverete tantissime auto bianche che ad un prezzo super ragionevole, se trattato, vi porteranno verso la vostra destinazione.

INFO TECNICHE SU AGADIR

Agadir

Situata a sud del Marocco, Agadir, è una destinazione turistica molto gettonata, sia per i numerosi collegamenti con l’Europa garantiti dalle compagnie di volo low Coast, sia perché si tratta pur sempre di una località marittima, bagnata dall’Oceano Atlantico.

Completamente distrutta dal terremoto del 1960, si presenta oggi come una città moderna in potenza. In potenza perché quasi ogni cosa è in ristrutturazione, rimodernamento o costruzione: strade, marciapiedi, parchi, interi agglomerati urbani, tutto è stato rimaneggiato e lo è tutt’ora, al fine di trasformare Agadir in una grande meta del turismo di massa.

D’altronde le sue spiagge immense, la sabbia fine e desertica, il bel lungomare zeppo di ristoranti e negozietti di souvenir, i grandi alberghi a più piani dotati di ogni confort, si prestano bene alla costruzione di un’immagine di città perfettamente integrata nella logica della globalizzazione.
Se pensate di raggiungerla e di respirare l’aria etnicheggiante su cui si vaneggia pensando al Marocco, ne resterete un po’ delusi; qualora vi fermaste alla superficie, Agadir è molto più occidentale di quanto crediate.

Dal mio Viaggio ad Agadir però, scimmiottando simpaticamente la voce di Piero Armenti, mi sento di offrirvi qualche consiglio, qualche spunto in più perché possiate godervi a pieno la vostra permanenza in loco.

IL CLIMA

Iniziatele con calma le giornate ad Agadir, ma senza mai perdere il vostro ottimismo.
Siamo sull’Oceano, il clima quindi è estremamente variabile, mite e arido, con inverni poco piovosi e estati calde ma mai in maniera eccessiva. Un clima perfetto quindi per godersi la città 12 mesi l’anno.
Tuttavia le correnti fredde che attraversano la costa atlantica potrebbero causare la formazione di nebbie e nuvole anche a basse quote, fino alle 14:00, dopodiché, ecco il sole.

LA SCELTA DEI TAXI AD AGADIR 

Esistono due tipologie di taxi ad Agadir: bianchi e rossi.

I taxi bianchi sono quelli che effettuano corse anche fuori dall’aria urbana: vetture meglio tenute, conducenti più rispettosi del codice della strada e prezzi più alti. Taxi più pettinati in sostanza.

I taxi rossi, invece, vi condurranno ovunque, purché sia all’interno della città, a prezzi più contrattabili, a scapito però di igiene e sicurezza. 

Ai più audaci consiglio vivamente di sperimentare quante più corse possibili a bordo dei rossi, vere e proprie esperienze mistiche; potreste incontrare vecchietti senza denti che sbraiteranno ad ogni tentativo di contrattazione, o giovani timidissimi che si siederanno con voi al tavolo e vi prepareranno il classico thè dopo cena.

QUANDO TI BRONTOLA LO STOMACO 

La sola parola “Marocco” crea nelle nostre menti un immaginario di profumi, colori e spezie non indifferente.
Aspettative mantenute! Il loro cibo ne è davvero ricchissimo, non di sale attenzione, ma spezie, dal pollo alle verdure, dai dolci al caffè; anche se in quest’ultimo caso vi sconsiglio i test in prima persona.
Consiglio vivissimo invece: fate in modo che il vostro soggiorno sia comprensivo di venerdì. Non per le discoteche e la vida loca, quanto per il cous-cous.
Ero arrivata in Marocco sperando di poterlo finalmente assaggiare, ma qui sono tanto legati alle tradizioni, e tradizione vuole che il cous-cous venga preparato esclusivamente di venerdì, non ci sono santi, non lo troverete da nessuna parte gli altri giorni della settimana.
Potrete però ripiegare su un classico Tajine, piatto tipico della cucina marocchina: una pietanza a base di carne o pesce in umido, verdure, frutta caramellata e taaantissime spezie, che prende il nome dal piatto in terracotta in cui viene preparato.
Lo trovate ovunque, nelle sue tante e simpatiche varianti; nei posti più tipici, dove per tipici intendo quelli frequentati dai veri locals, sulla falsa riga di camionisti in trattoria; basta non lasciarsi impressionare se nelle cucine a vista il cibo lo tocchino in quarantasette, tra cuochi e inservienti vari, prima di essere servito.
Alla fine, anche quello insaporisce.

MA PARLIAMO DEI LOCALS 

Le persone sono tutte estremamente cordiali, vi sorridono quando incrociano il vostro sguardo per strada e vi chiedono come state, un’abitudine in disuso nelle caotiche e rumorose città nostrane.
Saranno tutti tanto disponibili nell’accompagnarvi al luogo in cui eravate diretti, in più sarete proprio di passaggio davanti alla bottega di quel loro amico che vende prodotti all’argan. Che coincidenza.
Agadir è il maggior produttore di argan, da cui si ottiene un olio tanto usato nella cosmesi per le sue proprietà idratanti e anti aging; il territorio è infatti ricco di cooperative per la sua lavorazione gestite da donne che si tramandano tecniche e segreti.
Un souvenir che si rispetti dal vostro viaggio in Marocco, quindi, non può prescindere da qualche prodotto del preziosissimo olio.

ESCURSIONI DA AGADIR 

Tiznit

Tutte le strutture alberghiere vi offriranno pacchetti di escursioni e attività da svolgere in giornata in piccoli tour organizzati che, per coloro che non hanno optato per un auto a noleggio, potrebbero rappresentare la sola alternativa per lasciarsi alle spalle la città e immergersi nei piccoli villaggi di pescatori di cui Agadir è circondata. Luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato e la modernità solo uno spettro di un brutto film di fantascienza.
Tra le escursioni che vi proporranno, oltre ai vari ed eventuali giri in groppa ai cammelli, ci sarà sicuramente quella al Piccolo Sahara, la riserva naturale di Souss-Massa e il piccolo villaggio di Tiznit.
Un’esperienza in 4×4 in cui potrete godere di una tipicità poco tipica: ovunque avrete la sensazione di trovarvi davanti ad attori che inscenano la loro parte davanti agli obiettivi impietosi dei turisti.

I COLORI 

Questa parte del Marocco è caratterizzata da colori tutti particolari.
Sembra quasi di essere entrati in un mondo in cui ogni colore è stato desaturato.
Tanta luce, poco contrasto, tutto estremamente chiaro.

TELEFONIA E COPERTURA DI RETE 

Piccola informazione di servizio.
Gli operatori telefonici forniscono tariffe convenienti in quasi tutti i paesi del mondo. Quasi. Perché in quest’infinito elenco il Marocco non è compreso.
Sarà inutile attivare promozioni tanto care quanto povere di contenuti, litigare con tutti gli omini dei call center, maledire la Wind, la Vodafone o la Very.
L’unica cosa che conviene preventivamente fare è acquistare un sim locale, così da poterne sfruttare i dati anche per ricevere ed effettuare chiamate.

IN SOSTANZA 

La vera ragion d’essere di questo viaggio si è rivelata all’improvviso, quando sedute al tavolino di uno street food e gettando qualche commento distratto sul  luogo in sé, Agadir ci ha accolto tra le sue braccia, e l’ha fatato attraverso Ada, autoctona ma da diversi anni in Italia, le sue sorelle e la loro mamma, che ci hanno fatto il regalo più bello che avremmo mai potuto ricevere: ci hanno aperto le porte della loro casa, e del loro cuore, accogliendoci come vecchie amiche e non come sconosciute appena incontrate.

PILLOLE DI VIAGGIO 

Una meta scelta un po’ per caso, quasi come se avessimo dato uno scossone al mappamondo e avessimo puntato il dito prima che si fermasse.
Ma nulla accade mai per caso nella vita.
Forse questa è la lezione più importante che ho avuto la fortuna di imparare in questi strani, pazzi, giorni.
Ci sentiamo un po’ tutti cittadini del mondo, al giorno d’oggi, tutti a fare a gara a chi ha visitato più luoghi, a chi ha più visti sul passaporto, a chi ha più t-shirt del solito fast food intercontinentale.

Tutti dimentichi del fatto che essere cittadini del mondo, significhi aprirsi al mondo, lasciare entrare gli altri nelle nostre case e gli estranei nei nostri cuori.
Si può essere cittadini del mondo anche non avendo mai varcato i confini della propria città, ma consapevoli che la vita è diversità; lo si è, accogliendola e guardandola negli occhi, con strette di mano e tavole imbandite, che quelle mettono sempre d’accordo tutti.
Non so se avrò più la fortuna di vivere esperienze simili che, come dice la mia amica Rosa, ti fanno capire quanto è bello far parte del mondo, ma mi sento veramente grata di tutto quanto vissuto.

Non esistono le coincidenze, nella vita.
Accade quel che deve accadere , e forse questa volta è accaduto che dio, il destino o chi per esso, abbia voluto darmi uno smacco, a me che non credo in niente: che c’è un briciolo di umanità tremendamente degno di fiducia.

Incontrare persone distanti anni luce da te e da quelli come te per lingua, costumi e tradizioni, che senza pensarci su due volte e senza chiedere nulla in cambio, ti accolgono in casa loro e ti rimpinzano di cibo, come solo una nonna potrebbe fare; ti mostrano angoli della loro città, come farebbe una cara amica; ti guardano mangiare soddisfatti e appagati, non curanti del fatto che non capiscano niente di quello che tu dici e che tu non capisca loro; che ti guardano andar via come lo si farebbe con un figlio che sta lasciando casa, con le lacrime agli occhi e il cuore in subbuglio.
In questi quattro gironi ho spesso pensato che Agadir fosse una Napoli che non ce l’avesse fatta, ma dal punto di vista umano, forse siamo noi a non avercela ancora fatta.

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