
La Transiberiana d’Italia
Anno nuovo, città nuova.
La vita di uno sportivo, perché nel caso non ve l’avessi detto è questo il mio impiego ufficiale, è costellata ogni anno da arrivi e partenze che con l’andare avanti degli anni diventano una routine.
Quest’anno sono approdata in Abruzzo, una regione che conoscevo pochissimo, lo ammetto, ma che risulta a mio avviso di gran lunga sottovalutata nell’intero assetto turistico del bel paese.
L’Abruzzo non è solo la patria degli arrosticini, anche se a questi spiedini succulenti la sua fama (fame a tratti) è indissolubilmente legata. Ho scoperto una regione immensamente ricca dal punto di vista artistico e architettonico, con un patrimonio naturale da far girare la testa: acque cristalline, montagne degne di questo nome, parchi nazionali, sorgenti rigeneranti e borghi tutti caratteristici, che meriterebbero tanta più visibilità di quella che viene data loro. Ma, forse, questo suo passare inosservata non è un male, non è ancora corrotta irrimediabilmente da quella logica che si sviluppa attorno alle grandi ondate di turismo di massa, e mantiene quasi inalterata la sua natura selvaggia e primordiale.
In questo quadro generale così idilliaco, in cui ogni cosa è una scoperta, sono venuta a conoscenza di un’antica tratta ferroviaria che viene oggi definita come la Transiberiana d’Italia.
CHE COS’È LA TRANSIBERIANA D’ITALIA?

Nonostante sia un’assidua lettrice di riviste di viaggi e frequentatrice di blog e pagine legate al turismo in Italia, non mi ero mai imbattuta in questa particolare esperienza.
Ma di cosa si tratta nello specifico?
Si tratta di un affascinante tratto ferroviario che passa nel cuore del Parco Nazionale della Majella.
La Transiberiana d’Italia è una linea storica che metteva in collegamento l’Abruzzo e il Molise; i lavori iniziarono nel 1892 e terminarono dopo cinque anni, un’opera ingegneristica che aveva del colossale per quei tempi; il 18 settembre 1897 fu inaugurata la Sulmona-Isernia.
Sulmona è, appunto la stazione di partenza, a 328 metri d’altezza, il treno poi sale a 1.268 metri nelle località di Rivisondoli e Pescocostanzo, per poi riscendere a 793 metri a Castel di Sangro.
I binari attraversano un tortuoso percorso tra montagne, vallate, gole e foreste di faggi innevate, tutto nella cornice del magnifico Parco Nazionale della Majella nel cuore dell’Appennino abruzzese.
Il suo soprannome, Transiberiana, è stato coniato dal giornalista Luciano Zeppegno, il quale, di passaggio su questa tratta nel periodo invernale, la paragonò a quella che da Mosca va a Vladivostock, da qui, Transiberiana d’Italia.
L’ATTIVITÀ
Pallenium Toursim, il primo tour operator italiano specializzato nel turismo ferroviario, in collaborazione con l’associazione leRotaie e con la Fondazione FS Italiane, ha dato vita ad un progetto che ha lo scopo di esportare il modello delle ferrovie turistiche come punto di partenza per lo sviluppo di un turismo più consapevole, informato, sensibile e lontano dal modello consumista.
Grazie alla loro missione, nasce l’esperienza della Transiberiana d’Italia, così come è oggi:
si parte da Sulmona, da cui salirete su un convoglio storico e sulle sue carrozze “Centoporte” degli anni ’30, dalle quali potrete ammirare lo straordinario spettacolo che scorrerà davanti ai vostri occhi: natura incontaminata, cieli azzurrissimi, piccoli borghi di montagna e stazioni che sembrano uscite da un vecchio film in bianco e nero.


Lungo il tragitto sceglierete in quale borgo scendere e quale escursione effettuare: Palena, Pescocostanzo o Roccaraso.
Il tutto coordinato da guide turistiche esperte ed impeccabili, profondamente legate alla loro terra e alle loro origini, coadiuvate da altrettante figure di rilievo che, seppur non autoctone, hanno trovato in questi piccoli paesi una casa e un luogo in cui coltivare i loro talenti.
Si tratta di un viaggio lento, a ritroso nella storia, grazie al quale poter scoprire, o riscoprire, una parte d’Italia bellissima, nascosta e incredibilmente pura.
Potrete trovare tutte le informazioni necessarie, prezzi e date, sul sito ufficiale della transiberiana https://www.latransiberianaditalia.com
QUANDO ANDARE
Percorrendo questo tratto montano a bordo del treno storico vi troverete di fronte ad un’immensità naturale senza eguali che vi lascerà a bocca aperta ad ogni curva, non a caso, infatti, ci si riferisce a lei come alla ferrovia più panoramica d’Italia.
La domanda che vi starete sicuramente ponendo è “quando conviene andare?”
Ovviamente non esiste un periodo giusto e uno sbagliato.
Sarete completamente immersi nella natura, e cioè vuol dire che, ogni periodo dell’anno sarà in grado di offrirvi panorami tutti particolare, colori pieni e brillanti, ma tutti diversi tra loro.
Potrete ammirare le faggete e gli Appennini innevati, sovrastati da un cielo blu cobalto, o assistere al lento fiorire della primavera sui prati degli altopiani e sugli alberi lungo il percorso.
A voi la scelta.
PILLOLE DI VIAGGIO
Nel tragitto di ritorno ho avuto il piacere di far la conoscenza di quelli che in apparenza avrebbero potuto essere una coppia di dolcissimi vecchietti come tanti altri, Piera e Duilio, di Scandicci, profondamente innamorati l’uno dell’altra e della vita, da più di 50 anni.
Di origini contadine, umili e bonaccioni, due persone d’altri tempi, di quelle che hanno provato la fame e si sono rimboccate le maniche per non doverla patire mai più; che hanno lavorato una vita, ma che non hanno mai sacrificato la vita al lavoro; che hanno camminato, Dio se hanno camminato, e hanno viaggiato, per la loro Toscana, per i loro amati Appennini e per il mondo.
Ci hanno raccontato delle bellezze del mondo islamico, della soddisfazione di scalare il Matchu Pitchu, delle meraviglie della valle dei faraoni, parole tanto vivide che, a chiudere gli occhi, sembrava di essere stati lì con loro.
CI hanno parlato del sentiero che attraversa gli Appennini, un lungo cammino, fatto a puntate, nei giorni liberi dal lavoro, di domenica in domenica, per mesi, per compiere un solo, unico, percorso.
Perché il tutto e subito non esiste nella vita, perché bisogna avere pazienza, accontentarsi di poco, per poi guardarsi indietro e scoprire che, proprio perché conquistato a forza di sacrifici, quel poco in realtà è stato tanto, tantissimo.
Piera e Duilio fanno parte di quel tempo in cui “l’addio non è una possibilità”, come direbbero i Coma_Cose, quando le cose rotte si riparavano, o quanto meno ci si provava. Ma guardandoli scambiarsi occhiate complici, parlare dei loro viaggi, della loro famiglia, mi hanno ricordato una cosa importante, che nella banalità della vita iperconnessa si tende spesso a dimenticare; una cosa che mia madre mi ha sempre ripetuto da quando sono diventata abbastanza grande per capire: che il segreto per farcela è la passione.
Sono le passioni che condividiamo che alimentano i nostri rapporti, sono le passioni che coltiviamo quelle che mantengono accesa la nostra voglia di conoscere e di scoprire, e sono le passioni che trasmettiamo agli altri che rendono la vita degna di essere vissuta e poi raccontata.
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Giorno 1 - Saint-Jean-Pied-de-Port, Francia

IL MIO VIAGGIO AD AGADIR
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