Giorno 31 – Finisterre
Alle volte le cose non vanno come ci si sarebbe aspettati.
Ci sono tante variabili di cui non si può tener conto, prime fra tutte quelle che esulano dal nostro potere.
C’è un certo numero di imprevisti e un certo numero di probabilità, nel Monopoli dell’esistenza, e tu puoi solo scegliere come reagire a ciascun cartoncino.
Il Cammino ti insegna ad accettare; ad accettare di non procedere spedito come vorresti; di non godere dei confort di cui ti circondi ogni giorno; di non reincrociare quegli occhi che ti hanno fatto sentire nudo per una frazione di secondo; accettare il dolore, il silenzio, la scortesia, la stanchezza; o semplicemente le condizioni meteorologiche avverse.
Accetti di aver camminato trenta giorni, nella speranza di un tramonto che non potrai più vedere.
Ho visto così tanti cieli infuocarsi dopo sfavillanti notti stellate, che però non hanno spento la mia voglia di concludere con in mano una birra e negli occhi un sole rosso sangue che, veloce, si tuffa nell’oceano.
Così non è stato.
Forse perché questo viaggio ha voluto farmi capire che i finali possono anche essere belli, alle volte, ma non posso andarmeli sempre a cercare; o forse non c’era nessuna lezione da imparare, ma semplicemente il mio viaggio non è finito, e che dovrò continuare a camminare, a interrogarmi, e a pellegrinare, fino a quando non arriverà il momento del mio tramonto.
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