Giorno 26 – Boente
Dopo giorni in Galizia ho finalmente trovato un paesaggio carino da fotografare, o con il quale fotografarmi, che non fosse immerso nella nebbia.
E grazie a Nico per il cappello da Cow Girl 🧢
Gli ultimi chilometri perdono un po’ di magia, me l’avevano già detto, però non sono abituata a parlare per sentito dire.
Aumentano le code, a tratti sembra di essere in fila per la posta; i pellegrini appena arrivati, che per convenzione chiamerò “finti pellegrini” ti supereranno ai 100 all’ora, urlanti e gagliardi, non come te che hai sulle spalle 25 giorni di cammino, 15 kg di zaino, 7 vesciche ai piedi, e dolori anche ai muscoli di cui ignoravi l’esistenza. E quando lo fanno, ti guardano con una mezza aria di sfida, o, alle volte, semplicemente tirano dritto, senza neanche alzare lo sguardo e sorridere augurando buen camino.
Sono i giorni del disincanto.
Da The Walking Dead ad Hunger Games è un attimo, la Galizia è piena di boschi, peccato che prima di mezzogiorno non riusciate a vedere niente perché la nebbia non vi farà scorgere oltre il vostro naso.
Finalmente dopo venticinque giorni di Tortillas una gioia: El Pulpo 🐙
Re indiscusso della cucina gallega, servito con un olietto in cui sarà una bellezza pucciare il pane 🥰
In love with my Latino America-Italian Team 🍺
Il cammino ti invia messaggi: call a taxi.
Ma in questo caso non ascoltare 🙉
La vita ti fa capire quanto ci si possa sentire soli anche in mezzo alla gente, il Cammino ti insegna a non sentirti solo, anche quando intorno non hai nessuno.
📍Ventas de Narón
📍Ligonde
📍Lestedo
📍Palas de Rei
📍San Xulián do Camiño
📍A Graña
📍Ponte Campaña
📍Casanova
📍O Coto
📍Descabo
📍Furelos
📍Melide
📍Boente